L'IDEALISMO CEDE IL POSTO A EDONISMO E CONSUMISMO
Questo giro di boa influenzò anche le abitudini alimentari. Nel 1981 a Milano, aprì uno dei primi fast food, mentre nel 1986 in piazza di Spagna, a Roma, sbarcò il primo Mc Donald’s. Era il simbolo tangibile della transizione verso modelli di consumo alimentare che cominciavano a cambiare radicalmente, con uno spiccato aumento del consumo di pasti frugali e delle occasioni di ritrovo fuori casa. Erano gli anni della “Milano da bere” e degli yuppies nostrani, che mangiavano uno spuntino pratico e veloce accompagnato da un drink, in piedi, al bar o in una “panineria”.
Uno scenario amplificato dallo stravolgimento della famiglia tradizionale e dalla diffusione dei single, che portava sempre più in auge l’utilizzo dei surgelati per una preparazione comoda e facile dei pasti.
In questo clima di cambiamento, Findus portò avanti rilevanti innovazioni con idee brillanti e al passo coi tempi.
L'ampliamento e l'automazione della produzione
Ci fu un consistente adeguamento degli impianti e delle linee produttive preesistenti, in modo da migliorare l'ambiente di lavoro. Accanto allo stabilimento d'origine fu costruito un nuovo edificio dedicato alle linee da implementare.
La nuova struttura sarebbe stata chiamata per anni New Building dai dipendenti di Cisterna di Latina e rappresentò per Findus un nuovo balzo in avanti in direzione futuro.
L'automazione dei processi produttivi, specie dentro il New Building, fu compiuta acquisendo macchinari di ultima generazione, spesso sviluppati ad hoc per le esigenze delle diverse linee.
Tutti i processi produttivi, dai Sofficini ai precucinati, dalla pizza alla carne, gestiti fino ad allora manualmente, divennero completamente automatizzati.
Una nuova era anche per la lavorazione dei vegetali
Fu introdotta la produzione di asparagi e ampliata quella degli spinaci e furono migliorate tutte le fasi produttive, dalla raccolta al confezionamento. Il momento fu propizio per risolvere anche alcune difficoltà con cui la filiera aveva convissuto fin dall’inizio. Ad esempio, le pesanti macchine per la raccolta degli spinaci, in uso in quel periodo, furono sostituite da nuove raccoglitrici dotate di un sistema di “galleggiamento”, progettate e realizzate dagli ingegneri incaricati dello sviluppo tecnologico. Una soluzione innovativa che, oltre a non danneggiare il raccolto, consentiva anche di eliminare eventuali corpi estranei raccolti con gli spinaci.
La condivisione unanime di un approccio proattivo e la radicata cultura organizzativa portarono a risultati eccezionali. Addetti alla ricerca e sviluppo, responsabili di produzione, ingegneri incaricati dello sviluppo tecnologico, esperti di marketing e agronomi si confrontavano regolarmente riguardo a problematiche, soluzioni e nuovi progetti.
La codifica delle conoscenze in campo agronomico: lo sviluppo delle ABP
Dalle guide si passò alla stesura di una serie di manuali completi, uno per ciascun vegetale (“Manuale completo sulla coltivazione dello spinacio”, “Manuale completo sulla coltivazione dei piselli” e così via.), che ricoprivano l’intero ciclo di vita della pianta.
Una rivoluzione culturale a tutti gli effetti per i coltivatori, abituati a basarsi solo sull’esperienza pratica tramandata oralmente.
La definitiva uscita di scena di Nestlé
L'incremento del 1986, in particolare, risentì anche del cosiddetto “effetto Chernobyl”. Il famigerato disastro nucleare aveva pesantemente contaminato una vasta area intorno alla centrale sovietica e generò molta paura verso i prodotti vegetali di cui non si conosceva l'esatta provenienza. Una delle prime reazioni dei consumatori fu quella di rivolgersi ai più sicuri surgelati.
La ventata di innovazioni e rinnovamento che accompagnò queste performance non interessò solo le infrastrutture e la produzione. Nel 1985, infatti, si registrò un'epocale svolta anche a livello societario. Nestlé cedette la quota di minoranza che ancora conservava dal 1970, anno di avvio della partnership con Unilever, e uscì definitivamente di scena. Il gruppo svizzero, grazie al quale Findus era sbarcata nel nostro Paese e si era radicata a Cisterna di Latina, continuava a mantenere il marchio nel resto del mondo, ma ne perdeva completamente la proprietà in Italia. Allo stesso tempo, Unilever controllava in esclusiva il marchio italiano Findus.
John Hewer, attore che ha interpretato Captain Birds-eye dal 1967 al 1998. A partire dal 1986, anno della prima campagna pubblicitaria che ebbe il Capitano come protagonista in Italia, divenne anche il volto di Capitan Findus. Il nome del personaggio, infatti, si adattava a quello del brand utilizzato nei diversi mercati.
Da Cuore Verde a Peschereccio Azzurro, dallo Chef Pat-Bon a Capitan Findus: una nuova era della comunicazione
Gli spot ideati e trasmessi nei primissimi anni Ottanta avevano un taglio quasi documentario, per porre l’accento sulla completa assenza di conservanti aggiunti e sul fatto che la surgelazione lasciasse inalterate le proprietà del prodotto. “Alla Findus lavoriamo con coscienza” enunciava una campagna dei Bastoncini del 1981. Vincente risultò la scelta di raccontare storie semplici, con un'evoluzione narrativa nel tempo: una sorta di mini saghe costruite intorno a un tema specifico.
Efficace fu anche, in questi stessi anni, l'introduzione di brand character capaci di "incarnare" i valori distintivi del marchio. È del 1986 l’entrata in scena di Capitan Findus; del 1988 quella del paffuto chef in stile cartoon Pat-Bon, che si presentava al modo del più celebre 007: “Il mio nome è Bon, Pat-Bon” e sapeva assumere le forme più straordinarie e imprevedibili grazie a un gioco d’animazione irresistibile accompagnato dall’inconfondibile timbro vocale di Oreste Lionello.
Secondi, contorni e non solo!
Una gamma di prodotti sempre più ampia e amata
Gli anni Ottanta furono particolarmente prodighi di novità in termini di nuovi prodotti, anche per effetto delle rilevanti innovazioni produttive che erano state introdotte.
Per quanto riguarda i vegetali, furono lanciate nuove linee improntate alla ricerca della massima qualità, come Cuore Verde e Fiore Verde.
Accanto ai già popolarissimi Bastoncini, si produceva una vastissima gamma di prodotti ittici, organizzati in tre linee essenziali: Pesce Croccante, Pescheria di Fiducia e Peschereccio Azzurro.
Tra i ready meals, oltre ai Sofficini spiccavano i primi piatti della linea Le specialità da buongustaio.
Ai primi piatti si affiancavano anche i sughi pronti Buonapasta, per facilitare la preparazione di primi creativi e irresistibili.
Non meno rilevante fu l'offerta di secondi piatti "sfiziosi e originali", reinterpretati in forme e sapori diversi: i Bottoncini, nelle varianti al formaggio e al manzo, e le Mozzarelle dorate, anche nella variante alla pizzaiola.
L'atmosfera allegra e leggera di questi prodotti caratterizzò anche altre linee lanciate in questo periodo e che ebbero molto successo, come ad esempio Pizza Grandiosa, Stuzzicomania e Pat-Bon.
La gamma dei secondi venne arricchita in questo periodo anche da altri prodotti a base di carne, come le Cotolette alla milanese e i già rodati Amburger.
Ci fu il lancio di paste speciali, cioè paste pronte da stendere, tra cui pasta per pizza, pasta frolla e pasta sfoglia, proposta anche in una variante con rotoli già stesi e separati.
Minestrone Cuore Verde
Pescheria di Fiducia
Il nome Pescheria di Fiducia fu utilizzato per connotare i prodotti di pesce al naturale, quali Sogliola, Nasello, Vongole, Gamberetti e il composto Capricciosa di mare, che arrivarono nei banchi frigo nel 1985. Il claim era "Tutto il sapore del pesce appena pescato" e anche il packaging era davvero minimalista, a voler dare l'idea esatta del pesce fresco comprato da un rivenditore sotto casa. La linea Peschereccio Azzurro, lanciata nello stesso periodo, comprendeva, invece, i Filetti di merluzzo e di platessa della massima qualità.
CROCCOLE
Nell'ambito della ricca linea di Pesce Croccante, nel 1986 furono lanciate per la prima volta le Croccole, prodotto che avrebbe conosciuto un gran successo e avrebbe accompagnato i consumatori, nelle sue varie evoluzioni, fino a oggi.
PIZZA GRANDIOSA
L'installazione nel 1986 di una nuova linea ad hoc e di un forno, risultato di anni di sperimentazioni e ricerche da parte dei tecnici Findus, consentì di lanciare un'innovativa gamma di pizze surgelate. Fu utilizzato il nome Pizza Grandiosa per identificare un'offerta che comprendeva la pizza margherita, capricciosa e ai funghi, ma anche pizzette e crostoni.
STUZZICOMANIA
Nel 1986 nacque la linea Stuzzicomania, che rifletteva perfettamente lo spirito degli anni Ottanta, anche nella comunicazione che fu utilizzata, caratterizzata dal jingle "mi stuzzica la Stuzzicomania", che divenne un vero tormentone. Il concept era offrire prodotti "diversi", dal gusto deciso e, soprattutto, "ammiccanti" alle mode e alle tendenze che arrivavano dagli Stati Uniti. Della linea facevano parte le Pazze pizzette, pizze in formato mini ai gusti margherita, melanzane, funghi e peperoni e olive, e i Finburger, proposti nelle varianti al pomodoro, all'aglio e prezzemolo e alla cipolla.
FIORE VERDE
Per enfatizzare ancor più la freschezza, la naturalezza e la qualità dei vegetali, nel 1988 Findus lanciò la linea Fiore Verde, nuovo product name promosso con una comunicazione limpida e semplice: "terra, acqua, sole e lavoro dell'uomo", gli ingredienti necessari per offrire e avere i migliori vegetali sul mercato, considerato che "Solo il meglio è fiore verde".
PAT-BON
Nel 1988 arrivò un brand dedicato all'innovativa linea delle patate: Pat-Bon, la mitica patata trasformista che cambiò il modo di pensare e mangiare questo prodotto. Presero vita le Novelle e Patafrì, classiche french fries, ma anche le Zig Zag, dal taglio buffo, e le ABC, a forma di lettere per catturare i bimbi e trasformare il momento del pasto in un'occasione di gioco e divertimento. Venne infine il momento delle Ketchips, patate ripiene di ketchup, che completarono la riuscita di questa linea resa unica da un claim tanto semplice quanto azzeccato: "Ogni patata un'idea".