Il boom del sushi, la diffusione dello yoga, il successo del Giappone (eletto una delle dieci mete più gettonate nel 2017), il trend culinario del the verde matcha e dei noodles: la cultura e lo stile di vita orientale hanno praticamente invaso le nostre vite, influenzando non solo il nostro modo di mangiare, ma anche quello di viaggiare e soprattutto di rilassarci. Dal decluttering (vedi il successo del bestseller de Il magico potere del riordino (edizioni Vallardi) della giapponese Marie Kondo) alle pratiche di rilassamento di derivazione zen sono tantissime le abitudini che si offrono di aiutarci a vivere meglio. E a volte basta poco: sapevi, per esempio, che anche il modo di cucinare, col wok o al vapore, è più sano perché mantiene le qualità nutrizionali dei cibi oltre a tutto il loro sapore? E che l’insieme dei cibi alla base della cucina di alcuni Paesi forma un mix equilibrato riducendo al minimo gli zuccheri? Scopri allora tutte le abitudini che possono aiutarti a ritrovare il benessere, a partire dalla tavola.
I benefici della cucina orientale
Riconosciuta l’importanza del modello della dieta mediterranea, negli ultimi anni, in Occidente, si è assistito a una rivalutazione della tradizione culinaria orientale. Non solo sushi o giapponese: dall’India alla Cina, passando per la Thailandia, ogni Paese ha una cucina che racconta di antiche preparazioni, di ingredienti locali, gusti unici e tecniche di cottura originali. Ma quali sono i benefici della cucina orientale?
Partiamo dalla modalità di cuocere i cibi, che, generalmente, riesce a non alterare le caratteristiche nutritive degli alimenti: uno degli utensili più utilizzati e da sempre prediletti dai cuochi dei Paesi del Sol Levante è per esempio il wok, la padella conica dai bordi alti e allargati consigliata soprattutto per la cottura di verdure, legumi e proteine, che riduce l’aggiunta di materie grasse nella preparazione. La sua forma, infatti, offre due vantaggi: da un lato consente di friggere con una minore quantità d’olio rispetto a un recipiente dalla forma tradizionale, dall’altro, facendo “saltare” gli alimenti a fuoco vivo, consente di cuocerli più velocemente conservando tutte le loro proprietà nutritive.
Un altro metodo di cottura molto amato dalla cucina orientale è quello a vapore. Come con il wok, anche questo non richiede l’aggiunta di nessun tipo di condimento grasso e mantiene intatti sapore e qualità nutritive degli alimenti. Per questo tipo di cucina, non occorre necessariamente acquistare pentole ad hoc, ma si possono usare anche comodi cestelli di bambù che si possono posizionare direttamente sopra una pentola, lasciando che l’acqua, bollendo, evapori verso il cibo.
La selezione degli ingredienti è un altro dei benefici della tradizione culinaria orientale: pesce, spezie, verdure, legumi, semi, proteine e carboidrati formano un mix equilibrato di alimenti poveri di grassi e ricchi di nutrienti come per esempio gli acidi grassi omega3, che aiuta a combattere il colesterolo cattivo e ad accrescere quello buono, o i polifenoli (il curry ne è ricchissimo), che hanno funzioni antiossidanti e antinfiammatorie.
Ingredienti e tecniche di cottura però non bastano: anche a tavola ci sono abitudini orientali che possono aiutare a vivere meglio. Dal rito del the verde all’uso delle spezie, eccone 7 da adottare tutti i giorni.
7 abitudini orientali per il tuo benessere
1. Bevi il the verde
In Oriente viene consumato spesso e anche durante i pasti: il the verde però ha diverse qualità nutritive. È infatti un potentissimo antiossidante perché ricco di flavonoidi, che aiutano a rallentare e a contrastare l’invecchiamento cellulare (quindi ci si mantiene più giovani e di bell’aspetto più a lungo). All’interno del the verde ci sono polifenoli, nutrienti più potenti della vitamina C ed E nel contrastare i radicali liberi. E poi: sapevi che può avere anche un effetto drenante?
2. Usa le spezie
Le spezie sono uno degli ingredienti base della cucina orientale. Coriandolo, cumino, noce moscata, chiodi di garofano, peperoncino, paprica, pepe, e poi senape, cardamomo, tamarindo, curcuma, zafferano e zenzero: sono tutti ingredienti che vengono mixati ed abbinati a cibi diversi, dalla carne alle verdure, incluse bevande e dolci. Ognuno, poi, ha i suoi benefici: il peperoncino, per esempio, stimola il metabolismo e la digestione ed è famoso per i suoi effetti depurativi, la curcuma ha proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e antiossidanti, mentre il cumino, ricco di ferro, aiuta a ridurre il colesterolo ed è considerato efficace per contrastare l’osteoporosi.3. Prova nuovi alimenti
Mai provato le alghe in cucina? Possono diventare un ottimo ingrediente per un piatto di portata o un originale condimento. Sono ricche di vitamine, proteine, sali minerali oltre ad essere gli alimenti più naturalmente ricchi di iodio. Le alghe Nori in particolare aiutano ad abbassare il colesterolo. Le alghe Kombu invece difendono l’organismo dalle malattie cronico degenerative e l’alga Wakame giova a pelle, capelli e unghie in quanto ricca di calcio, vitamina C e vitamine del gruppo B, nonché di magnesio e ferro.
4. Viziati con tutte le proteine del pesce
5. Porzioni piccole (così provi nuovi sapori)
In ogni dieta equilibrata si raccomanda sempre la varietà, principio irrinunciabile per potersi nutrire nel modo più sano e completo. I giapponesi, ad esempio, sono soliti consumare piccole porzioni di piatti a bassissimo livello di zuccheri, che finiscono per comporre tutti insieme un pasto completo e ben bilanciato: riso, proteine animali come pesce o carni magre oppure vegetali come quelle dei legumi o delle alghe, verdure al vapore si presentano in piccole porzioni che da una parte nutrono in modo corretto e dall’altra donano anche un senso di soddisfazione e sazietà.
6. Arricchisci i tuoi piatti con i germogli
7. Attrezzati per la cottura
[1] Chenchen Wang, William S Harris, Mei Chung, Alice H Lichtenstein, Ethan M Balk, Bruce Kupelnick, Harmon S Jordan, and Joseph Lau, Fatty acids from fish or fish-oil supplements, but not a-linolenic acid, benefit cardiovascular disease outcomes in primary- and secondary-prevention studies: a systematic review