Un Paese
sulla rampa di lancio
Gli anni Sessanta coincisero per l'Italia con un periodo di notevole avanzamento economico e di profonde trasformazioni sotto ogni punto di vista, sulla scia di un trend già emerso nel decennio precedente. Non per nulla è il periodo passato alla storia nazionale come quello del “miracolo” o boom economico.
In questi anni crebbe fortemente il tenore di vita degli italiani e il simbolo di questa trasformazione fu senz’altro la diffusione degli elettrodomestici nelle abitazioni. L’avvento del frigorifero nelle case degli italiani, in particolare, ebbe un impatto immediato sulle abitudini e i consumi alimentari. Questo cambiamento coinvolse ben presto anche gli alimenti surgelati, cui gli italiani cominciarono a guardare con interesse e curiosità. Il fenomeno prese le mosse dai grandi centri urbani, con i primissimi supermercati forniti di banchi frigo. L’acquisto restava legato al momento del consumo, poiché la possibilità di conservare i surgelati nella propria abitazione sarebbe arrivata soltanto alla fine degli anni Sessanta, con la comparsa dei primi modelli dotati del comparto “freezer” a –18 °C.
I ritmi dettati dalla nuova società, gli stili di vita della modernità e il cambiamento del ruolo della donna, che doveva dividere il proprio tempo tra lavoro e impegni domestici, spinsero ben presto i consumatori italiani ad apprezzare i vantaggi di praticità̀ ed economicità, oltre che di qualità, degli alimenti surgelati già pronti.
Era questo lo scenario in cui Findus muoveva i primi passi nel nostro Paese, dopo aver completato lo stabilimento di Cisterna di Latina e aver avviato la produzione nel 1964.
Senza fretta,
ma senza sosta
A metà degli anni Sessanta, solo il 25% della produzione dello stabilimento di Cisterna di Latina era destinata al mercato italiano. La maggior parte dei consumatori italiani era ancora restia a provare i prodotti surgelati, con cui aveva poca familiarità. D’altra parte, però, l’avvento delle grandi industrie e la diffusione delle mense aziendali, in parallelo all’incremento delle mense scolastiche in tutto il Paese, aveva creato le condizioni per la nascita di un florido mercato: quello dei prodotti precucinati destinati a questo nuovo canale di consumo in forte crescita.
Per cogliere quest’opportunità, furono avviati lavori di ampliamento dell’impianto inaugurato poco prima. I lavori, cominciati nel 1966, portarono all’installazione di nuove linee dedicate ai prodotti orticoli e frutticoli, tra cui una linea ad hoc per i fagiolini. Inoltre, furono realizzate le linee destinate alla preparazione dei prodotti precucinati. Fu realizzato anche un nuovo fabbricato riservato alla produzione di omogenizzati per l'infanzia. Fu allestita una cucina sperimentale, in cui un team di chef potesse lavorare allo sviluppo di nuove ricette.
Fu infine installato un tunnel di surgelazione a ritmo continuo di ultima generazione, che permise di ridurre considerevolmente i tempi di surgelazione, passando dalle 3 ore circa di lavorazione richieste in precedenza ai 20 minuti circa necessari con il nuovo impianto. I lavori di ampliamento terminarono nel gennaio del 1968 e consentirono di raddoppiare la capacità produttiva.
Di pari passo con il potenziamento produttivo, proseguì l’azione di consolidamento e organizzazione della rete distributiva. Nel giro di pochi anni Findus mise in piedi un sistema di logistica e di smistamento che contava ben quattordici depositi, su tutto il territorio nazionale, dai quali partivano ogni giorno oltre centoventi automezzi refrigerati. Si trattava dei mitici Leoncino e Lupetto, fabbricati dalla Officine Meccaniche (OM) di Brescia. Tra il 1964 e il 1968 furono inoltre aperti numerosi uffici di rappresentanza in grado di coprire e servire tutte le principali provincie italiane.
In pochi anni Findus divenne la prima industria di surgelati in Italia, affermando una superiorità tecnologica, commerciale e organizzativa che la teneva al riparo dai competitor dell’epoca.
Radici profonde
A contraddistinguere Findus, fin dalla sua nascita, fu la capacità di instaurare un rapporto esclusivo con il territorio e di generare un forte senso di appartenenza in tutti i collaboratori e gli interlocutori locali, creando un clima di grande comunità, quasi familiare. Nel 1964 nello stabilimento di Cisterna lavoravano circa 170 dipendenti, tra fissi e stagionali, mentre nel 1969 i dipendenti erano saliti a oltre 500.
Allo stesso modo un legame molto forte si creò con gli agricoltori dell’Agro Pontino. Venne istituito un team di agronomi altamente specializzati impegnato nello sviluppo di un programma di ricerca sulle varietà vegetative più adatte alle condizioni pedoclimatiche locali, nell’assistenza ai coltivatori, nel presidio delle fasi di lavorazione dei vegetali in fabbrica. Ai coltivatori fu così data la possibilità di accedere a competenze di altissimo livello per gestire al meglio l’intero ciclo di vita delle proprie materie prime, dalla scelta delle sementi fino alla raccolta. Fu anche offerta la possibilità di stipulare contratti che riducevano al minimo il loro rischio d’impresa. Questi contratti rappresentavano una novità assoluta per il territorio.
All'ampliarsi della produzione corrispose la scelta e l'attivazione di altre aree produttive in diverse regioni italiane, prime fra tutte la Puglia e le Marche, in cui il coordinamento con l'impianto di Cisterna di Latina avveniva solo tramite piccole ricetrasmittenti e telefoni a gettone con i quali gli agronomi erano incaricati di telefonare in fabbrica a un orario prestabilito per comunicare i dettagli delle consegne di materie prime.
Educare, rassicurare e conquistare il consumatore
L'impegno profuso nel proporre prodotti differenti di assoluta qualità andava supportato con un'attività di comunicazione capace di trasmettere ai consumatori i valori nutrizionali dell’alimento da freezer e di spiegarne le possibilità di utilizzo e i relativi vantaggi.
Il consumatore andava educato all'uso ottimale dei prodotti, fornendogli poche e chiare istruzioni su come conservarli e gustarli al meglio una volta acquistati. Per una comunicazione completa e autorevole si ricorse ad articoli redazionali e focus di approfondimento pubblicati su quotidiani e riviste tra i più noti dell'epoca, sulle cui pagine si spiegavano nel dettaglio i processi produttivi e di conservazione, i numerosi vantaggi e l'estrema adattabilità dei nuovi prodotti.
Per stabilire un contatto diretto con gli acquirenti potenziali e i diversi stakeholder, presso la sede amministrativa di Milano fu inaugurato il Centro Findus, che forniva assistenza e consulenza telefonica ai consumatori, trasmetteva dati aggiornati ai media e si interfacciava con le autorità amministrative.
All'indomani del suo arrivo nel Bel Paese, Findus fu tra i principali promotori della nascita, nel 1963, dell'Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS). Scopo dell'istituto era, ed è ancora oggi, accrescere la familiarità dei consumatori italiani con i cibi sottozero e mantenerli informati sulle tecniche di surgelazione, conservazione e distribuzione.
Dal Radiocorriere a Intermezzo e Arcobaleno: le prime pubblicità Findus
Sul fronte dell'advertising in televisione, i prodotti Findus entrarono in punta di piedi nelle case degli italiani: per la réclame di Piselli e Bastoncini si scelsero le rubriche pubblicitarie Intermezzo e Arcobaleno, in onda sulle reti Rai tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta.
In questo periodo il ruolo più incisivo fu giocato dalla promozione delle vendite e da altre attività dirette ai consumatori, svolte all’interno dei punti vendita. Tutte mosse vincenti che favorirono una rapida penetrazione nel mercato italiano. Un esempio su tutti: il Grande Concorso Findus del 1969, che coinvolse migliaia di famiglie italiane, nove delle quali parteciparono alla finale organizzata al Romana Supermarket della capitale. Come si lesse nella rassegna stampa dedicata, si trattò di una "manifestazione allegra e simpatica", orchestrata da Enzo Tortora e animata dai tanti bambini che ricevettero in omaggio "palloni a non finire", "una novità assoluta nelle cronache giornalistiche".
Arrivano i Bastoncini
FAGIOLINI E SPINACI PRIMAVERA, MINESTRONE, BASTONCINI E BUONGUSTAI: UNA GAMMA GIÀ MOLTO RICCA
Oltre ai vegetali, ai precucinati e agli omogeneizzati prodotti a Cisterna di Latina, furono gradualmente introdotti in Italia alimenti realizzati negli altri siti del gruppo, collocati in diverse parti del mondo.
Nonostante l’ampia gamma di prodotti alla fine degli anni Sessanta, la linea con il maggior numero di referenze era comunque ancora quella dei vegetali, primi fra tutti piselli e fagiolini.
Anche la linea del pesce, avviata in un secondo momento, fu sviluppata per offrire un'ampia varietà al mercato italiano. In particolare, furono lanciati gli ormai mitici Bastoncini.
Nello stesso periodo avvenne il lancio di nuovi prodotti a base di carne, tra cui gli hamburger di manzo, e i Medaglioni di vitello.
La gamma dei prodotti era completata da frutta, come fragole, lamponi e mirtilli, ma anche succo concentrato d’arancia sanguinella, e dessert, come l’apprezzato Strudel.
piselli e fagiolini
I consumatori italiani avevano imparato a familiarizzare con piselli e fagiolini surgelati già da qualche anno, ma solo nel 1965 Findus introdusse le due varietà differenti ancora oggi presenti nei banchi frigo: i Piselli e Fagiolini Novelli, raccolti al livello di maturazione tradizionale, e Pisellini e Fagiolini Primavera, raccolti con qualche giorno di anticipo, così da apprezzare la dolcezza e delicatezza dei frutti rispettivamente più piccoli e più fini.
minestrone
L'apprezzamento da parte dei consumatori per gli ortaggi surgelati spinse presto a valutare l'idea di mixarli per offrire preparati per ricette più complesse. Da questa intuizione nacque nel 1966 il Minestrone, che sarebbe poi divenuto il fiore all'occhiello della gamma.
Bastoncini
Nel 1967 arrivarono in Italia i mitici Bastoncini, già presenti in altri mercati europei, ma ancora orfani di quello che sarebbe divenuto il volto e l'anima del prodotto: il leggendario Capitano. Capitan Findus apparirà, infatti, solo nel 1986 nelle campagne pubblicitarie che saranno sviluppate per i Bastoncini e che, come facilmente intuibile, diventerà, da questo momento in poi, una risorsa strategica preziosa per la crescita di Findus nel Bel Paese.
I BUONGUSTAI
In linea con il ritmo serrato di una società in continuo cambiamento, nel 1968 Findus decise di lanciare una nuova gamma ispirata e dedicata ai prodotti della cucina tradizionale italiana, I Buongustai, che comprendeva Lasagne al forno, Cannelloni e Zuppa di pesce.
Amburger di manzo
Alla fine degli anni Sessanta, Findus ampliò la gamma integrando nel portafoglio i primi prodotti a base di carne. Nel 1969 vennero lanciati gli Amburger, nome utilizzato per gli hamburger di manzo, che avrebbero a lungo contraddistinto l'offerta di prodotti a base di carne a marchio Findus.